Decidere di smettere
Ho deciso di smettere di fumare il 4 maggio 2021, dopo anni di tentativi falliti. Il Covid e lo smart working avevano peggiorato la mia dipendenza, facendomi fumare sempre di più. Quel giorno, senza pensarci troppo, ho contato 5, 4, 3, 2, 1... e ho agito: ho comprato una sigaretta elettronica, buttato via tutto il resto e iniziato un percorso basato sulla regola dei 21 giorni. Da allora, non ho mai più toccato una sigaretta. Nel mio blog racconto il metodo che mi ha permesso di smettere definitivamente.
La decisione
Era il 4 maggio 2021. Un giorno qualunque, almeno fino a quel momento. Poi, all'improvviso, ho deciso: smetto di fumare.
Non era la prima volta che ci provavo. Se sei un fumatore, probabilmente capirai cosa intendo. Quante volte hai detto "questa è l'ultima"? Io l'avevo fatto milioni di volte. Ma quella volta è stata diversa. Quella volta è stata l’ultima davvero.
Per anni ci ho provato. Ogni volta ero determinato, convinto di farcela, eppure finivo sempre per ricadere nel vizio. A volte era la mente a tradirmi, altre volte il corpo. Una volta, addirittura, mi è venuta la febbre. Cercavo una soluzione, ma non la trovavo. Gli anni passavano e io continuavo a fumare. Poi è arrivato il Covid, lo smart working, il balcone sempre a disposizione per una sigaretta, le pause infinite. E, perché no, anche il fumo in casa.
Stavo esagerando. Fumavo una sigaretta ogni 45 minuti. Era un continuo accendere e spegnere, senza freni. La dipendenza era così forte che a volte mi svegliavo di notte per fumare. Al mattino, prima ancora di prendere il caffè, prima di andare in bagno, forse anche prima di aprire gli occhi, rollavo una sigaretta, aprivo la finestra della cucina e iniziavo la giornata fumando.
Viaggiare in auto era un altro incubo. Non fumavo sigarette preconfezionate, ma rollavo il tabacco. E rollare mentre si guida è impossibile. Così, prima di partire, ne preparavo due, tre, quattro, tutte pronte. Una all’accensione del motore, una al primo semaforo, una al traffico della rotatoria, una davanti all’incrocio X. La verità è che il fumatore ha una ritualità che chi non fuma fatica a comprendere. E quei rituali, ormai, mi stavano stretti. Mi sentivo soffocare. Dovevo fare qualcosa, ma avevo paura di fallire di nuovo. Sapevo che un altro fallimento avrebbe distrutto la mia autostima.
Eppure, quel giorno, qualcosa è cambiato. Tutto è avvenuto in un attimo. Ho contato 5, 4, 3, 2, 1... e ho deciso: smetto di fumare. Senza pensarci troppo, istintivamente, mi sono vestito, sono uscito e sono andato in un negozio di e-cig. Ho comprato una sigaretta elettronica, qualche pod, liquidi alla nicotina. Poi, tornato a casa, ho buttato via tutto: tabacco, cartine, filtri. Da quel momento in poi, ero un non fumatore.
Avevo già un’idea di come avrei fatto. Nei giorni precedenti stavo leggendo un libro, La regola dei 5 secondi di Mel Robbins, e mi aveva messo in testa che dovevo agire subito. Così ho fatto.
Negli anni avevo guardato decine di video su YouTube, ascoltato podcast, letto libri. Tutto mi aveva aiutato a costruire la mia strategia per smettere. Un concetto che mi aveva colpito particolarmente era quello dell’ancoraggio mentale, di cui parlano Anthony Robbins e Roberto Re. Il cervello crea abitudini attraverso le associazioni, e le connessioni neurali si rafforzano in 21 giorni. Sulla base di questi principi, ho deciso di smettere di fumare in 21 giorni e di documentare il mio percorso.
Dal giorno in cui ho preso quella decisione, non ho più toccato una sigaretta. Non ho più sentito il bisogno di farlo. In soli 21 giorni, la voglia di fumare è sparita del tutto.
Subito dopo aver preso la mia decisione, ho parlato con mia moglie. Le ho detto che nei successivi 21 giorni avrei potuto essere un po' nervoso, ma che, una volta finito il periodo, non avrei mai più fumato in vita mia. Ero sicuro che avrebbe funzionato. Non avevo alcun dubbio.
Nel post 21 giorni per smettere di fumare ti spiegherò nel dettaglio tutti gli step che ho seguito per raggiungere il mio obiettivo.
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Gli articoli qui proposti sono il risultato di una esperienza personale e non sono avvalorati da studi medici